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Lombardi (M5S): “Golgota Nazareno, ora svelino i dettagli. Tre condizioni su tre leggi per lavorare insieme”

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lombardi 22Tre condizioni su tre provvedimenti per lavorare insieme in Parlamento. Le declina Roberta Lombardi, parlamentare a 5Stelle, analizzando i messaggi della Serracchiani. Nella conversazione con Intelligonews parla del Golgota del Nazareno e di chi al Senato potrebbe “puntellare” Renzi…

Dal del Nazareno al “Golgota” del Nazareno. Qual è la lettura dei 5Stelle?

«Abbiamo la conferma di ciò che diciamo da sempre: i partiti conoscono tutti i dettagli del “Golgota” del Nazareno, ma non i cittadini e non noi che siamo i portavoce 5Stelle e siamo cittadini prestati alla politica. A maggior ragione, adesso che è finito come dicono dal Pd e da Fi, ci dicano cosa c’era dentro e perché si è rotto ».

La Serracchiani dice di non escludere l’aiuto di altre forze politiche se Fi non sosterrà più le riforme. Perché questa affermazione? E’ un messaggio per voi? Cosa c’è dietro?

«Forse lo dice perché sa bene che al di là della spavalderia del suo capo, al Senato non hanno i numeri. Noi siamo coerenti con quello che abbiamo detto fin dall’inizio della legislatura: siamo disponibili a lavorare con tutti alla luce del sole e senza patti segreti sui singoli provvedimenti. Si chiama mediazione in Parlamento. Peccato, che loro ci hanno sempre detto di no. Trovo francamente assurdo che la Serracchiani lo dica come se fosse una novità. Noi la strada l’abbiamo indicata e non da oggi: lavoriamo insieme sui singoli temi, troviamo una sintesi rispetto alle varie posizioni. Che poi non è niente di strano perché, in realtà, dovrebbe essere questo il normale lavoro parlamentare ».

Ok a sinergie parlamentari a condizione che…  E su quali provvedimenti, in concreto?

«Nell’immediato per il fatto che sono già nelle aule parlamentari, indico la legge elettorale a condizione che facciamo una seria riforma del sistema di voto che non sia incostituzionale, che non abbia i nominati, che reintroduca le preferenze e riduca l’abnorme premio di maggioranza. In realtà, sono gli stessi rilievi di incostituzionalità mossi dalla Consulta sul Porcellum e quindi dallo stesso Mattarella… E’ necessario fare una legge che aiuti a portare effettivamente il Paese dentro le istituzioni e non solo una parte come accade oggi. Secondo: lavorare subito su due provvedimenti uno dei quali in fase avanzata nell’iter parlamentare; mi riferisco al provvedimento sul conflitto di interessi. Alla Camera noi lo abbiamo portato in Aula e la maggioranza lo ha ricacciato in Commissione. L’altro provvedimento riguarda il reddito di cittadinanza che noi abbiamo presentato e fatto incardinare al Senato. Terzo: il pacchetto anti-corruzione che noi abbiamo presentato alla Camera e al Senato. Se la Serracchiani fosse coerente con la sua dichiarazione giornaliera dovrebbe portare in Aula e sostenere le nostre proposte sui provvedimenti che ho appena indicato».

Esiste ancora l’ipotesi di elezioni anticipate? E con quale legge elettorale? Il paradosso è che si vada alle urne con il Consultellum al Senato e l’Italicum alla Camera.

«Dovrebbe dirlo Renzi che vede e rivede le posizioni a seconda della convenienza politica dell’attimo, neanche più del giorno. Io posso dire che all’interno del gruppo di Fi in molti nei giorni scorsi ipotizzavano lo scenario del voto anticipato: sono giochi loro nei quali io mi rifiuto di entrare, anche perché non siamo certo noi che abbiamo un problema di poltrona come, invece, tutti gli altri».

Al Senato, visto che i numeri sono ballerini, secondo lei chi potrebbe fare da “stampella” a Renzi?

«Il gruppo di Area Popolare, Monti e Sc anche perché così danno un senso alla loro esistenza politica. Poi probabilmente Sel e i fuoriusciti dal nostro movimento che sperano di apparecchiarsi il tavolo. Quanto a Sel, dico che mi pare di assistere al gioco delle tre carte: in Parlamento fanno finta di litigare e poi governano insieme nelle Regioni, al Comune di Roma o vanno a braccetto nelle Province che, oltretutto, Renzi non ha abolito. Ma di che stiamo parlando? Se uno ha una linea politica chiara, questa deve valere per il livello nazionale e per quello territoriale. E’ un po’ come la Lega: adesso Salvini dice peste e corna di Berlusconi e poi ci governa insieme in Lombardia e in Veneto».

Caso Grecia: la Bce ha detto a Tsipras di non poter più dare aiuti e i parlamentari europei dei 5Stelle hanno duramente attaccato questa posizione. Come commenta e cosa dovrebbe fare il premier greco?

«Ma come si permette l’Unione Europea che dovrebbe essere una comunità solidale tra Stati, di mettere le mani su uno Stato? Quanto sta accadendo nei confronti della Grecia lo definisco un ricatto nei confronti di un Paese che è sovrano. Non è giusto, né tollerabile dire: o fai come ti diciamo noi oppure ti lasciamo morire… in Grecia c’è gente senza più assistenza sanitaria, servizi e quanto ancora, più di così, deve accadere?».

Quindi cosa dovrebbe fare Tsipras?

«Farebbe bene a valutare l’uscita dall’Unione Europea, perché peggio di così…».


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